Alla scoperta delle tricromie di Sergej Prokudin-Gorskij
A cura di Anna Smith
Nell’era digitale, dove la fotografia a colori è divenuta la norma, è interessante dare uno sguardo indietro al passato, all’epoca in cui Sergej Prokudin-Gorskij, un fotografo russo visionario, utilizzava una tecnica innovativa per catturare l’anima della sua patria: la gente comune, i paesaggi e il lavoro.
Questo scatto è un viaggio nell’arte delle tricromie, una tecnica fotografica che somma tre filtri di colore per ricreare un colore “naturale”.
Immagini di una Russia scomparsa
Sergej Prokudin-Gorskij, nel corso di cinque campagne fotografiche, viaggiò attraverso l’impero russo con il lasciapassare dello zar, testimoniando la Russia sospesa tra la rivoluzione d’inverno del 1905 e la rivoluzione d’ottobre del 1917. Le sue fotografie ci regalano un fermo-immagine di una società destinata a scomparire nel giro di pochi anni.
Il colore che rende la storia più viva
Il colore era il segreto di Prokudin-Gorskij per rendere i suoi reportage ancora più vividi. Grazie alle sue tricromie, anche un cittadino di Pietroburgo poteva sentirsi immerso nel paesaggio del Caucaso o nel mercato di Samarcanda.
Le sue immagini erano proiettate in serate dedicate, offrendo uno spettacolo del racconto visivo molto apprezzato.
L’eredità di Sergej Prokudin-Gorskij
Sergej Prokudin-Gorskij, pioniere della fotografia a colori, ha lasciato un’importante eredità. Dopo il 1918, lasciò la Russia per stabilirsi a Parigi, ma le sue immagini rimangono un tesoro della storia visiva russa. Nonostante l’archivio di Prokudin-Gorskij comprendesse circa 20.000 lastre, solo circa 2000 immagini sono sopravvissute fino ai giorni nostri.
Le tricromie di Sergej Prokudin-Gorskij ci offrono un’occasione unica per esplorare la Russia dell’epoca zarista attraverso gli occhi di un fotografo visionario.
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