A cura di Anna Smith
È nota per espandere le nozioni di argomento accettabile e viola i canoni della distanza appropriata tra fotografo e soggetto. Facendo amicizia, senza oggettivare i suoi soggetti, è stata in grado di catturare nel suo lavoro una rara intensità psicologica.
Quando Diane Arbus si spense nel 1971 all’età di 48 anni, già esercitava un’influenza significativa e vantava di essere una sorta di leggenda tra i fotografi di un certo rilievo. Tuttavia, al tempo, solo un limitato numero delle sue immagini più rilevanti era ampiamente noto. La svolta avvenne nel 1972 con la pubblicazione di “Diane Arbus: an aperture monograph” e la successiva retrospettiva postuma al Museum of Modern Art.
L’apertura al mondo di Diane Arbus
La monografia, composta da 80 fotografie, fu curata e progettata da Marvin Israel, pittore e amico della fotografa, insieme alla figlia Doon Arbus. Il loro intento era mantenere la massima fedeltà agli standard con cui Arbus giudicava il proprio lavoro e alle sue visioni sulla sua percezione.
“Diane Arbus: an aperture monograph” è universalmente riconosciuto come un classico dei libri fotografici, tradotto in cinque lingue, e costituisce ancora oggi il fondamento della reputazione internazionale della fotografa.
A oltre un quarto di secolo dalla sua pubblicazione, il fascino avvincente delle 80 fotografie non ha perso nulla del suo impatto.
Le immagini di Arbus penetrano nella psiche con la forza di un incontro personale, trasformando il modo in cui percepiamo il mondo e coloro che lo popolano.
La controversia e la potenza delle sue fotografie rimangono intatte, confermando “Diane Arbus: an aperture monograph” come un capolavoro senza tempo e un’opera fondamentale nella storia della fotografia.
ISBN: 978-1597111744
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